L'accordo l'avevano già firmato tre big, Hachette, HarperCollins e Simon & Schuster.
La Casa del pinguino accetta di pagare, ma non per questo si sente in colpa: "Penguin ritiene, e continua a ritenere, di non aver fatto niente di sbagliato e non ha addebiti a cui rispondere", fanno sapere con un secco comunicato. Hanno firmato sostanzialmente per non lasciare ombre sull'imminente fusione con Random House: "E' nell'interesse di tutti che il gruppo Penguin-Random House nasca con le carte immacolate ('with a clean sheet of paper', nell'originale inglese)" dicono.
Fuori dall'accordo rimangono solo Macmillian e la stessa Apple, che in America continuano il braccio di ferro con il dipartimento di giustizia; ad ogni buon conto, per evitare polemiche anche in questa riva dell'Atlantico, Apple e gli editori si sono accordati con l'antitrust europea e si sono impegnate a non fare cartello.
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