Semestrale controversa per Bloomsbury, l'editore indipendente londinese che ha scoperto Harry Potter, dando fiducia al maghetto rifiutato da un altro editore. Da Marzo ad Agosto Bloomsbury ha visto schizzare alle stelle la vendita di ebook, che mettono a segno un +89% rispetto allo scorso anno (un raddoppio, in pratica) che significa quasi cinque milioni di euro di incasso. Ma il profitto crolla: -37%.
Il Ceo Nigel Newton ha commentato così: "Ebook e testi accademici hanno sempre più peso nelle nostre vendite del secondo semestre". E si dice fiducioso per il futuro, nonostante la botta dovuta anche ai costi per mettere in piedi Bloomsbury India: "Per il secondo semestre abbiamo una lista di titoli interessanti, compresi potenziali bestseller; restiamo ben posizionati sul mercato e i risultati continueranno a essere positivi a lungo termine".
La matematica mette in evidenza una realtà cruda: gli ebook vanno a razzo, ma non bastano a salvare i conti delle case editrici: quel che si guadagna in bit non compensa affatto quel che si perde in carta.
Dopo il maghetto Bloomsbury punta sull'università, quella vera, non La Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts: ha acquisito due case editrici specializzate in testi accademici, investendo circa 6 milioni di euro.
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