Come si fa per fare arrabbiare un grande reseller di ebook? Ovvio, creando un'applicazione che permetta di leggere il libro che abbiamo comperato dove ci pare, e non sulla piattaforma che decide il venditore. E magari condividerlo con le nostre cerchie di amici, o in un circolo di lettura. Bookshout, che ha creato un interessante servizio per condividere in modo totalmente legale gli ebook, ha presentato alla fiera del libro di Francoforte una tecnologia che permette ai lettori di aggiungere tutti i loro ebook al proprio account Bookshout, così i titoli si possono tenere in un'unico spazio cloud e non sparsi, quelli di Amazon su Kindle, quelli di Barnes & Noble sul Nook, quelli da Apple sull'iBookstore e via discorrendo; staranno tutti insieme nell'applicazione Bookshout, e da lì verranno letti, che al venditore piaccia o meno.
Basta che sia d'accordo l'editore; e per adesso gli editori anglofoni non hanno nulla da eccepire: "il nostro software consente ai lettori di inserire i propri libri nella nostra piattaforma. E l'editore vuole solo assicurarsi che i libri siano stati regolarmente acquistati", spiega il fondatore di Bookshout Jason Illian. Tutti i sei grandi editori americani sono della partita, mentre la britannica Penguin Books i è tirata indietro, ma comunque si parla di qualcosa come 100 mila titoli già disponibili per il mondo Bookshout (che guarda caso fa anche da reseller indipendente, quindi questi centomila libri li vende anche in prima persona). Può sembrare roba da poco, mettere in un unico spazio tutti gli ebook che abbiamo comperato, ma tutti i forti lettori di ebook sanno bene quanto noioso sia ricordarsi su quale piattaforma sta il libro che vogliamo leggere. Così la casa editrice O'Reilly è entusiasta della proposta Bookshout. "Li supportiamo al 100%", dichiara il presidente Joe Wikert. Per Illian, "Bookshout abbatte i muri innalzati dai rivenditori di ebook per incatenare i libri digitali a uno specifico lettore, e restituisce alle persone il pieno controllo degli scaffali delle loro biblioteche. Non c'è nulla di illegale in questo, noi non siamo il Napsetr, semplicemente diamo a chi legge il diritto di organizzare i propri libri come desidera".
Di certo la cosa non piace ai rivenditori, ma piace eccome agli editori: "Col nostro servizio forniamo dati preziosi agli editori, che sanno quali ebook si vendono, quali titoli i lettori si stanno scambiando tra loro; una miniera di informazioni che li aiuterà a vendere più ebook".
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