L' industria della stampa in tutto il mondo soffre l'avanzata della'editoria elettronica, proprio a cominciare da settori chiave che fino a pochi anni fa macinano utili: in Australia chiude una grande stamperia che faceva pagine gialle, lasciando senza lavoro 150 persone, in Italia gli stampatori sono preoccupati dell'arrivo degli ebook a scuola e chiedono più tempo.
Ma tempo per far cosa? L'istituto americano Primir, Print Industries Market Information and Research Organization, ha fatto un'analisi sulle entrate non collegate alla stampa in se stessa delle stamperie, valutando 26 tipi di servizi di varia natura a cominciare dal magazzinaggio di libri e riviste, servizi di mail e grafici, che crescono e entro il 2006 - si legge nel rapporto - rappresenteranno il 65% delle entrate diverse dalla stampa.
Attualmente i servizi non-print valgono 21,2 miliardi di dollari, nel 2016 varranno 33,3 miliardi, con una crescita del 132%. In crescita da qui al 2016 anche i servizi Web, +86%, e +83% per i servizi di gestione dei dati.
"Per fronteggiare i tempi che verranno, gli stampatori dovranno allargarsi oltre alla stampa, per muoversi nella direzione indicata dai bisogni dei chonsumatori, e dovranno far leva sulle loro competenze per soddisfare queste necessità" dice il consulente Dave Costa.
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