Lulu, la celebre piattaforma canadese per autopubblicare libri ed ebook, non offrirà più il Drm (il sistema digitale di protezione contro la pirateria) ai suoi autori. Al momento la cosa interessa poco o nulla a noi italiani, visto che con Lulu si possono creare book in italiano, ma non si possono distribuire su Amazon; si possono vendere solo su Lulu stessa, il che significa che non so vendono affatto.
Il che è un peccato, perché al contrario degli ebook, i libri print on demand fatti con Lulu vanno tranquillamente su Amazon, e il servizio è molto valido, facile da usare e conveniente. E le royalties vengono versate puntualmente via paypal.
Noi di Pennyebook siamo convinti che il Drm sia dannoso, i pirati fanno saltare le protezioni digitali senza nessuna fatica, mentre i lettori onesti subiscono fastidiose limitazioni nel loro diritto di usare come gli pare i librio che hanno comperato. Ma cosa ne penseranno i clienti di Lulu? Secondo una ricerca di Digital Book World e del Writer’s Digest, gli autori "indie" sono generalmente a favore del Drm: il 35% di chi si autopubblica vorrebbe addirittura potenziarlo, per "combattere con ogni mezzo la pirateria", il 15% vorrebbe lasciarlo così com'è e solo il 10% vorrebbe abolirlo.
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