PricewaterhouseCoopers (Pwc) ha diffuso uno studio secondo cui nel 2017 nel mercato consumer americano (quindi esclusi i libri scolastici e universitari) si venderanno ebook per 8,2 miliardi di dollari. Più bit che carta, dunque. Ma questa non è una buona notizia, visto che nello stesso periodo i libri di carta perderanno metà del loro valore, portando il totale del volume d'affari a 16,1 miliardi, cioè a livelli addirittura inferiori al 2008.
La ricerca Pwc parla di volumi di vendite totali, e mette in luce che i libri digitali costano meno di quelli di carta, anche per l'enorme pressione sui prezzi degli autori Indie, le autopubblicazioni tipicamente vendute a una manciata di spiccioli. Purtroppo è una analisi alquanto grezza, visto che quello che sarebbe interessante sapere è quanto di questo valore entra nelle tasche di autori ed editori; è vero che i libri di carta costano più delle loro controparti digitali, ma è anche vero che una fetta notevole della torta cartacea finisce in processi industriali che poco o nulla hanno a che fare con la filiera dell'industria culturale: cartiere, autotrasporti, stamperie.
Il bilanciamento tra quel che si perde con la carta e quel che si guadagna con i bit è la pietra quadra sulla quale si gioca il futuro dell'industria editoriale, meriterebbe una ben più attenta analisi dei flussi; è vero che il fatturato globale scende, ma non è per nulla scontato che si assottiglino anche i margini per chi scrive e per chi pubblica (posto che siano persone diverse), visto che al minor valore di copertina degli ebook corrispondono anche costi decisamente inferiori per distribuzione, stampa, magazzino e (ahinoi) macero dell'invenduto.
Pwc non è l'unico istituto di ricerca che si interroga sul futuro bilanciamento tra bit e carta: BookStats mette l'accento sul fatto che già nel 2011 gli ebook erano un quarto del valore dell'industria editoriale a stelle e strisce (11,85 miliardi i libri stampati, 3,35 miliardi quelli immateriali).
Ma quando si tratta di prendere la sfera di cristallo, le previsioni divergono: nelle proiezioni per il 2012 BookStats prevede una crescita del mercato americano del 6,9%, Pwc pronostica una diminuzione dell'1,3%. A chi credere? fatta la tara delle differenze di metodologia e campione, frullata la statistica, resta il fatto che siano solo previsioni. Tra pessimisti e ottimisti, noi pensiamo che nessuna statistica al mondo possa tenere conto di variabili che in futuro giocheranno un ruolo fondamentale nell'industria culturale. l'arrivo degli ebook multimediali e interattivi, le politiche dei governi, il lavoro delle startup che con le loro idee fulminanti rendono più variegato, piacevole e colorato il mondo del libro digitale.
Numeri a parte, il futuro del libro, di carta o di bit, è nelle nostre mani di lettori, scrittori e micro editori. Non in quelle degli statistici.
Per approfondire: il futuro del libro
Ma quando si tratta di prendere la sfera di cristallo, le previsioni divergono: nelle proiezioni per il 2012 BookStats prevede una crescita del mercato americano del 6,9%, Pwc pronostica una diminuzione dell'1,3%. A chi credere? fatta la tara delle differenze di metodologia e campione, frullata la statistica, resta il fatto che siano solo previsioni. Tra pessimisti e ottimisti, noi pensiamo che nessuna statistica al mondo possa tenere conto di variabili che in futuro giocheranno un ruolo fondamentale nell'industria culturale. l'arrivo degli ebook multimediali e interattivi, le politiche dei governi, il lavoro delle startup che con le loro idee fulminanti rendono più variegato, piacevole e colorato il mondo del libro digitale.
Numeri a parte, il futuro del libro, di carta o di bit, è nelle nostre mani di lettori, scrittori e micro editori. Non in quelle degli statistici.
Per approfondire: il futuro del libro
Nessun commento:
Posta un commento