A New York si avvia alla conclusione il processo che vede Apple alla sbarra con l'accusa di essersi accordata coi grandi editori mondiali per gonfiare i prezzi degli ebook. Secondo i legali della Mela, riporta Reuters, "Una sentenza avversa avrebbe un effetto raggelante sui business innovativi che cercano di aprire mercati nuovi, mandando segnali negativi a tutta la comunità d'affari". L'avvocato di Apple, Orin Snyder, nella sua arringa finale ha definito "ordinari" gli accordi tra apple e gli editori, tesi a impedire ad Amazon e alle altre librerie online di fare sostanziosi sconti sugli ebook, e che una condanna costituirebbe un "pericoloso precedente" per il futuro.
Snyder sostiene che non ci siano prove che ci sia stata una cospirazione tra Apple e gli editori (che nel frattempo si sono sfilati dalla causa risarcendo i lettori) al momento del lancio dell'ibookstore, e nessuna prova di meeting segreti: "La legge non punisce le cospirazioni per telepatia", ironizza il legale.
In caso di condanna, per due anni Apple dovrà rinunciare al cosiddetto modello agenzia, in cui il rivenditore non può ritoccare i prezzi di copertina.
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