mercoledì 13 febbraio 2013

Perché i grandi distributori vanno pazzi per gli ebook autoprodotti

Ha fatto molto scalpore la decisione di Apple di aprire una vetrina di ebook autoprodotti sull'home page del suo store online iBookstore. Sull'Huffington Post americano Mark Coker spiega perché Apple e gli altri big credono fermamente nelle produzioni indipendenti. Certo, Coker ha un certo conflitto di interessi, visto che è il fondatore e proprietario della piattaforma di distribuzione di ebook Smashwords, ma la sua analisi è interessante e a nostro parere equilibrata.

I punti di forza degli Indie, gli autori indipendenti, secondo Coker sono ben 11:

  1. Qualità
    Il lavoro del rivenditore online è quello di mettere in contatto i lettori con i libri che vogliono leggere, evitando la fuffa. In America la qualità dei libri autopubblicati, misurata attraverso le recensioni degli utenti, è significativamente cresciuta: dai balbettanti inizi di qualche anno fa, il mercato ha fatto la selezione, e oggi gli Indie pubblicano testi curati, professionali, dall'editing alle grafiche delle copertine, dalla politica dei prezzi alla promozione. Così i libri autoprodotti di maggior successo rivaleggiano con la qualità delle grandi case editrici. Anzi, spesso la superano.

  2. Prezzi bassi
    Il prezzo medio dei libri Indie distribuiti da Smashwords è 3,99 dollari, circa 2 euro. E ai lettori piacciono i libri ben fatti a basso costo. Un lettore felice fa felice anche il distributore, e anche lo scrittore: Coker calcola che un ebook autoprodotto venduto a 3 dollari ne rende 2 all'autore; per guadagnare la stessa cifra con un libro tradizionale, il prezzo di copertina dovrebbe essere 11 dollari. Naturalmente il calcolo vale solo in America, dove non hanno la vergognosa gabella del 21% di Iva.

  3. Scelta
    Il business delle case editrici è quello di pubblicare i libri che la gente vuole leggere. Ma possono solo cercare di indovinare quello che la gente leggerà: rifiutando montagne di manoscritti, gli editori buttano via enormi opportunità di libri che avrebbero un loro mercato, se solo ottenessero un pizzico di fiducia. Ma gli Indie sanno che per ogni libro c'è un lettore, e loro sono ben felici di scriverglielo. 

  4. I lettori sono i nuovi curatori di collana 
    Nell'epoca dell'ebook i lettori, e non gli editori, sono gli arbitri definitivi che decidono cosa val la pena di leggere e cosa no, grazie al passaparola ingigantito dai social network. Coker si spinge a pronosticare che nel futuro la "lungamente ammirata" funzione di selezione degli editori sarà un rudere del passato. Certo, dice Coker, gli editori possono aggiungere un enorme valore ai libri, grazie all'esperienza e alla professionalità degli editor. Ma basare le decisioni di cosa pubblicare e cosa no attraverso il "prisma miope" delle stime a braccio sulle potenzialità di mercato fa danni, così come fa danni tenere io prezzi troppo alti. Così facendo, chiosa Coker, stanno negando ai lettori libri interessanti, e tolgono agli autori i lettori di cui avrebbero diritto. Ma gli autori cominciano a capire che non hanno bisogno di un editore per essere pubblicati, li bypassano e vanno direttamente ai lettori attraverso le piattaforme di self publishing. Attenzione però: Coker tira acqua al suo mulino, ma il giochino può funzionare - e funziona - negli Usa, dove si va verso un 50-50 tra carta ed ebook; da noi, dove i libri digitali sono una misera frazione che fatica ad arrivare all'1%, gli editori sono ancora insostituibili. Per adesso.

  5. Scaffali illimitati
    Non è un segreto che le case editrici fanno a gara tra di loro per occupare più spazio possibile nelle librerie, per cacciar via i concorrenti e conquistarsi un posto al sole. Nel mondo dei bit, non c'è limite alcuno al numero di libri digitali che possono stare nella pancia di Amazon e soci. Inoltre, le case americane sono più grandi delle nostre, chiunque sia un forte lettore sa bene che lo spazio della libreria di casa invece è finito. E i muri costano più dei libri, tanto vale appenderci quadri invece che file che stanno molto meglio nell'iPad, nell'eReader o magari nella nuvola del cloud.

  6. Gli ebook non sono mai esauriti
    Nelle librerie c'è un meccanismo micidiale, che si chiama "resi di giornata": quando arriva una novità, di solito finisce in vetrina. A quel punto parte l'orologio della morte: l'autore ha pochissime ore per vendere, sennò dalla vetrina finisce direttamente in cantina, dalla cantina ai resi, e dai resi al macero. Gli ebook non hanno fretta, sono sempre belli nuovi e disponibili. Non finiscono mai e non vanno mai in cantina. Sono i veri long seller della nostra epoca.

  7. Vendite!
    I libri autoprodotti si vendono bene. In America, ovviamente. Laggiù i libri autoprodotti vanno nelle classifiche dei best seller. Coker dice che i rivenditori di Smashwords vendono libri autoprodotti per milioni di dollari. Quel che non dice, e aggiungiamo noi, che per un 50 sfumature di grigio che sfonda e diventa un bestseller intercontinentale, migliaia di altri Indie non vendono che una manciata di copie ad amici e conoscenti. Ma dal punto di vista del distributore, poco cambia se un milione di Indie vendono una copia, o un solo bestseller autoprodotto ne vende un milione. 

  8. Saghe che cominciano gratis
    Gli Indie americani hanno trovato un trucco geniale: fare romanzi seriali offrendo gratis il primo volume. E così conquistano lettori fedeli che si appassionano alle loro saghe. Funziona talmente bene che in questo modo riescono a far persino meglio degli editori tradizionali.

  9. Grossi volumi
    Gli Indie sono tanti, e scrivono tanto. Nessuno può ignorare un fenomeno che sta diventando gigantesco: Fino a Natale, dice Coker, i clienti di iBookstore hanno scaricato in media un milione di titoli India a settimana, tra gratuiti e a pagamento. Se la matematica non è un'opinione, significa che negli Usa gli autori Indie stanno sviluppando piattaforme di lettori e fan più velocemente di quanto possano fare gli editori tradizionali. 

  10. Instant book
    Gli autori Indie non sono condizionati dai tempi e ritmi dell'editoria classica, quindi scrivono libri professionalmente corretti in poco tempo, e grazie alla velocità di risposta delle piattaforme di self publishing (ahinoi sempre americane, che le nostre non sono esattamente dei fulmini) riescono a raggiungere in pochi minuti lettori in tutto il mondo, mentre alla distribuzione tradizionale servono giorni se non settimane.

  11. I libri Indie sanno mutare ed evolversi
    Mentre i libri (e anche gli ebook) degli editori classici una volta pubblicati restano così per sempre, gli autori Indie spesso rimaneggiano i loro testi. Piccoli spostamenti, riscritture anche profonde, magari una copertina cambiata che trasforma un libro senza pretese in un bestseller del New York Times: è successo a R.L. Mathewsow, che dopo aver azzeccato un'immagine intrigante ha visto schizzare a razzo le vendite del suo libro su iBookstore. 

Per approfondire

2 commenti:

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