Qualcosa di nuovo e dirompente è nato
tra le pieghe della rete. Fuori da ogni mediazione culturale è nata
una letteratura dal basso, scorbutica, mossa da un immaginario spesso
primitivo ma immaginifico, che viola tutte le regole della scrittura,
della narrazione e a volte pure del buonsenso. È la letteratura
Indie, quella degli scrittori che si autopubblicano.
Si parla spesso
della solitudine dello scrittore, e nel caso dell’Indie questa
solitudine diventa eroica: via il filtro della selezione delle case
editrici, via la revisione professionale delle redazioni, via la
correzione di bozze, via pure i lettori, visti i risibili risultati
di vendita. Resta solo lo scrittore, più spesso la scrittrice, e la
sua tastiera: nuda e sola davanti alle storie che racconta
generosamente, di getto, parlando verosimilmente a nessuno.
Nell’ottocento, Lombroso scriveva
“L’originalità creativa dell’arte dei pazzi dipende dal fatto
che, essendo libero il freno dell’immaginazione, la mente dà luogo
a manifestazioni da cui rifuggirebbe in condizioni normali, per
timore di cadere nell’illogico e nell’assurdo”. E essendo
l’immaginazione degli Indie libera dal freno delle convenzioni
editoriali, dalla politica delle case editrici e da ogni
considerazione economica, visto che si parla di economie più da
centesimi che da euro, i loro libri possono permettersi di essere
potentemente immaginifici, stilisticamente scombinati, serenamente
ignoranti di quell’antica sapienza che nei secoli si è consolidata
fino a diventare il romanzo occidentale. Sono una cosa nuova, vitale,
ancora informe; un oceano, un mare sconfinato di creatività
narcisistica, di libri reietti che nessuno leggerà mai, di storie
rifiutate persino dagli editori a pagamento.
Eppure in questo marasma anarchico di
parole selvatiche, ogni tanto una storia è così potente da
emergere, come un mostro marino de Melville: una balena bianca, o
meglio grigia, o meglio con cinquanta sfumature di grigio, l’ebook
che diventa un caso letterario intercontinentale. Favole che possono
succedere solo in America, terra di sogni e opportunità. Qui da noi,
nell’estrema periferia dell’impero, terra depressa dove si parla
solo di tasse, anche le soddisfazioni letterarie sono da premio di
consolazione. Per esempio, può capitare di rimanere 295 giorni nella
top 100 degli ebook più venduti di Amazon, superando macchine da
best seller come Michael Connelly, scrittori potenti come Daniel
Pennac e mostri sacri come Steve Jobs.
È quello che è successo a Francesco
Coratti col suo Freccia di Luce
: un romanzo che ha tutte le
caratteristiche del romanzo Indie. Un immaginario potentemente
corrotto, contaminato dai fumetti, dal cinema di serie z, dalla
giocosa fantascienza degli anni ’50: dove, se non in un romanzo
Indie, possiamo trovare storie che mescolano Indiana Jones con
martin Mystere, duri scienziati d’azione che si chiamano Paolo, si
perdono nell’artico sovietico e mentre congelano sognano la mamma?
Dove trovare oggi un personaggio che inventa il Gps, l’Mp3 e già
che c’è il laser per curare le miopie? Dove trovare una storia che
salta tra Polo Nord e Amazzonia sulle ali di una immaginazione
potentissima e di sconcertanti coincidenze? Certo, in questo
rutilante circo di trovate fulminanti, spie russe, pillole magiche
che sembrano venute direttamente da Matrix la lingua zoppica, ma chi
se ne importa? Non è per la lingua che si spendono 99 centesimi per
legge un romanzo Indie. Si cercano piuttosto le lettere autografe di
Hitler che parla della misteriosa Freccia di Luce che avrebbe potuto
risolvere le sorti del Terzo Reich, la potenza creativa che mescola
talmente i generi che nemmeno Amazon sa bene dove infilarlo. E per
non sbagliare lo mette in tutte le categorie possibili: romantico,
mistero, fantascienza, gialli, avventura, azione e thriller. Manca
giusto la sezione libri di cucina.
Una ventata di aria fresca, un libro
che si legge come si guarda una partita di calcio tra amatori: non ci
saranno i virtuosismi tecnici e il bel gioco dei professionisti della
serie A, ma si prende una robusta sferzata di passione, di voglia di
stupire, gioia di raccontare, raccontare, raccontare. Fregandosene
di tutto il resto.
E' davvero uno spreco che un talento potente come quello di Coratti resti tra le pieghe della Rete e non diventi un grane best seller (anche) di carta: Coratti se lo meriterebbe, resta da vedere se la nostra editoria se lo meriterà.
Per approfondire:
E' davvero uno spreco che un talento potente come quello di Coratti resti tra le pieghe della Rete e non diventi un grane best seller (anche) di carta: Coratti se lo meriterebbe, resta da vedere se la nostra editoria se lo meriterà.
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