Scalzi rimprovera a Random House di non riconoscere anticipi agli autori. E fin qui ci sta, è abbastanza comune anche in Italia che i contratti per soli ebook non prevedano anticipi, visto che le vendite di libri digitali sono molto aleatorie. Ma c'è di ben peggio: Hydra chiederebbe soldi agli autori per "editing, disegni di copertina, vendite, marketing, pubblicità: tutte cose che fanno parte del lavoro dell'editore".
Il consiglio di Scalzi è che con un contratto del genere, si può fare di meglio da soli, grazie al self publishing.
Il consiglio di Scalzi è che con un contratto del genere, si può fare di meglio da soli, grazie al self publishing.
Random House, per bocca della direttrice del business digitale Allison Dobson, si difende affermando che "Hydra offre agli autori un modello di business nuovo e potenzialmente conveniente: la condivisione dei profitti". E continua: "Nel modello tradizionale anticipo+diritti d'autore, l'editore si accolla il rischio finanziario e recupera l'anticipo prima che lo scrittore possa cominciare a guadagnare coi diritti d'autore. Con il modello profit-share di Hydra, autore ed editore dividono in parti uguali i profitti di ogni singola vendita. In realtà, noi diventiamo partner dello scrittore per ogni libro".
Quel che resta da capire è a che serve un editore così: perché mai uno scrittore dovrebbe fare a metà con un editore che non si assume nessun rischio e chiede soldi per fare il proprio lavoro? Con simili trovate, che ci ricordano la famigerata editoria a pagamento, l'industria del libro dimostra una volta di più di non aver capito proprio nulla del ruolo che la aspetta nel mercato dei libri digitali.
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