Aveva fatto scalpore la notizia che Amazon ha brevettato i meccanismi per rivendere gli ebook usati (ma anche gli mp3, i film digitali, i videogiochi, i programmi e la musica). Pochi giorni dopo, Apple risponde con un brevetto-fotocopia. I colossi digitali stanno davvero cercando di creare il mercatino degli ebook di seconda mano?
Quando comperiamo un ebook, di fatto non acquistiamo nulla, semplicemente otteniamo una licenza a tempo indeterminato per accedere al nostro libro. Ci sono molti vantaggi in ciò. Il primo è che a differenza di un libro di carta, che può essere perso o può rovinarsi, il nostro ebook sarà sempre con noi, e lo potremo leggere come ci pare e quando ci pare: sul tablet, sull'eReader, sul cellulare, sul computer. Anche se per sfortuna ci cascasse in mare il lettore di ebook, potremo riscaricare tutte le volte che vogliamo i libri che conteneva.
Ma coi sono anche gli svantaggi. Il primo è che solo noi possiamo accedere ai nostri libri, non possiamo né prestarli né rivenderli; cosa che penalizza soprattutto gli studenti, che se studiano su libri di testo digitali non se li possono rivendere a fine anno, come gli studenti fanno da sempre, da che Pinocchio si è venduto l'abbecedario per andare a vedere i burattini di Mangiafuoco.
Una lacuna che a quanto pare sia Amazon sia Apple vogliono colmare, creando dei sistemi di DRM (Digital Right Management) che consentono di rivendere in modo perfettamente legale i file acquistati.
Se lo vendi, non puoi più leggerlo
I brevetti Amazon e Apple sono praticamente in fotocopia: in entrambi i casi, il sistema tiene traccia degli utenti che si scambiano tra loro i file, o meglio, i diritti di accesso al file; una volta ceduto, l'ebook non può più essere letto; a leggere le domande di brevetto, non ci pare di vedere impedimenti al fatto che i diritti possano tornare all'utente originario, e ciò significa che - almeno in teoria - oltre a venderlo l'ebook possa anche essere prestato, visto che secondo i termini del brevetto chi acquista "may pay", cioè potrebbe pagare, non è specificato "must pay", e cioè deve pagare. Ciò però al momento non significa nulla, il brevetto non entra nei dettagli commerciali, bisogna vedere come verrà realizzato in pratica il servizio di rivendita.
L'autore, l'editore o Apple stessa prenderà una stecca sulla vendita?
Nel brevetto Apple leggiamo che A portion of the proceeds of the "resale" may be paid to the creator or publisher of the digital content item and/or the entity that originally sold the digital content item to the original owner. Traducendo maccheronicamente, una quota della rivendita potrebbe essere riconosciuta all'autore o all'editore dell'opera usata, e anche a chi l'ha venduto per la prima volta: guarda caso, Apple stessa.
Per approfondire: il diritto d'autore al tempo del Web
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
CHI SIAMO
Esploriamo insieme le potenzialità del libro elettronico: ecologico, democratico, ricco, multimediale, affascinante.
Sarebbe un peccato pensare al libro elettronico semplicemente come a un modo complicato per leggere libri nati e pensati per la carta.
L'ebook non è un libro con l'interruttore. È un modo totalmente nuovo di scrivere, di fare cultura, intrattenimento e letteratura.
Pennyebook, amici dell'ebook nasce per sperimentare le scritture del nuovo millennio, per riempire di contenuti i lettori digitali, per inventare una nuova arte.
CONTATTI
luca@masali.com
Editor: Luca Masali
Direttore editoriale: Angela Andò
Nessun commento:
Posta un commento