Amazon è la più grande piattaforma di distribuzione di ebook autoprodotti al mondo. Sarebbe stato strano se non avesse acceso la fantasia del variegato mondo del porno amatoriale; pochi dollari per scaricare foto fatte in casa, dall'hardcore al pornosoft. Il che pone problemi piuttosto seri, a cominciare da quelli legali: chi assicura che le modelle siano consenzienti (cioè che le foto scattate come gioco di coppia non diventino di pubblico dominio, o peggio, materiale di ricatto) e soprattutto che siano rispettati i limiti di età? Non dimentichiamo che Amazon è accessibile da tutto il mondo, e chiunque può caricare autoproduzioni, anche da paesi in cui le leggi sono terribili e uno scherzo del genere potrebbe costare troppo caro.
Non ne facciamo certo una questione di moralismo; negli Usa la pornografia è protetta addirittura dalla Costituzione, attraverso il primo emendamento, quello che protegge la libertà di stampa e di espressione. Al punto che nel 2004 con cinque voti contro quattro la Corte Suprema degli Stati Uniti ha respinto l'applicazione di una legge federale concepita affinché la pornografia su Internet non sia più a portata dei minori. Ma se l'America è permissiva, in Iran può portare direttamente a un tribunale islamico con tutte le spiacevoli conseguenze del caso. Se da quelle parti per una vendetta, una truffa, un tentativo di estorsione qualcuno posta un ebook con foto rubate di questo tenore, che succede?
Tutti ottimi motivi per cui Amazon, come tutti i grandi provider, proibisce la pornografia in self publishing.
Ma a quanto pare le maglie sono larghe. Apple arriva all'eccesso opposto, censurando immagini storiche di nudo del tempo degli hippie, eppure qualcosa sfugge sempre comunque; titoli e copertine sono sempre molto castigate, per non dare nell'occhio ai censori della Mela, mentre su Amazon sono decisamente più espliciti. Così su Amazon (e su Barnes & Noble) il self-porn è radicato, come dimostra un'inchiesta della rivista online Cnet, che cita il caso di un libro piuttosto soft, "The Dirty Blonde 2". A quanto riporta il portale americano, "per 2,99 doallri ha un accenno di trama, e più di 80 foto di una donna in vari stadi di nudità. E può anche essere noleggiato attraverso il programma Amazon Prime's lending library". Evidentemente è passato tra le maglie della censura di Amazon, nonostante l'articolista di Cnet, Donna Tam, abbia segnalato come inappropriato un altro titolo della stessa casa editrice; questo sì prontamente rimosso. Ma ci risulta che in la Dirty Blonde sia ancora raggiungibile. In risposta alle domande di Cnet, Amazon ha risposto "abbiamo processi e sistemi sia automatici sia manuali per rimuovere libri che non aderiscono alle lostre linee guida".
Però ogni tanto il sistema fa cilecca, esponendo Amazon finché va bene a un certo imbarazzo.
Ripetiamo, non siamo moralisti e non abbiamo proprio niente contro la pornografia tra persone consenzienti, maggiorenni e consci di quello che fanno. Ma che succede se qualcuno, nascondendosi dietro l'anonimato del self publishing, supera il confine tra il cattivo gusto e la delinquenza?
per approfondire: l'ebook "scoperto" da Cnet
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