Amazon e Apple brevettano meccanismi molto simili tra loro per dare la possibilità agli utenti di vendere gli ebook (ma anche mp3, software, giochi eccetera) usati, cosa oggi impossibile da fare in modo legale e tecnicamente molto complicato per via dei meccanismi di DRM (le protezioni anticopia) che se non vengono forzate rendono impossibile il passaggio di file da un account all'altro. In entrambi i brevetti, sia Amazon sia Apple si preoccupano innanzitutto di tenere saldamente in mano la situazione, tracciando tutti i passaggi di proprietà del libro e riservandosi dunque la possibilità di mettere un limite alle volte in cui la copia digitale passa di mano.
Ma Apple introduce anche una novità interessante: non solo una quota del prezzo della rivendita potrebbe rimanere nelle mani di Apple stessa (e anche Amazon si lascia aperta una porta in tal senso) ma una quota potrebbe arrivare all'editore e, udite udite, all'autore.
Ma Apple introduce anche una novità interessante: non solo una quota del prezzo della rivendita potrebbe rimanere nelle mani di Apple stessa (e anche Amazon si lascia aperta una porta in tal senso) ma una quota potrebbe arrivare all'editore e, udite udite, all'autore.
Al di la dell'ovvia considerazione che qualcuno sicuramente farà la furbata di vendere al prezzo minimo consentito dalla piattaforma del mercatino e si aggiusta per il resto direttamente tra acquirente e venditore, è molto interessante il passaggio nella domanda di brevetto apple dove dice testualmente A portion of the proceeds of the "resale" may be paid to the creator or publisher. Un modo per prevenire le scontate proteste da parte degli editori, che già sono sul piede di guerra prima ancora che l'idea dal brevetto passi a una qualsiasi sperimentazione sul campo. "Questo devasterà il business model dell'ebook" scrive l'esperto di copyright newyorkese Lloyd Jassin. E aggiunge "questo dimostra quanto sia scricchiolante il modello di business dell'editoria". Però, ammette l'avvocato americano, "Se l'editore non è in grado di controllare la rivendita di un libro, ma ricevere un indennizzo, forse ci siamo abbastanza".
Il nocciolo della questione è che un libro usato è appunto usato, sgualcito, sciupato, mentre un file è sempre perfetto come nuovo. E sapere che continua a passare di mano può togliere il sonno all'editore (e all'autore, posto che siano persone diverse, che con un ebook non è affatto detto).
Ma rivendere le cose che ha comperato è un sacrosanto diritto dell'utente, e quindi è solo questione di tempo perché qualcuno crei un mercatino dell'usato: dal punto di vista di autori ed editori, ha perfettamente senso che qualche spicciolo gli venga riconosciuto man mano che il file cambia proprietario, e dunque viene letto da altre persone. Dal punto di vista dei lettori, sia che vendano sia che comprino, è una specie di tassa, che però fa in modo che autori ed editori possano vivere del loro lavoro.
Ma rivendere le cose che ha comperato è un sacrosanto diritto dell'utente, e quindi è solo questione di tempo perché qualcuno crei un mercatino dell'usato: dal punto di vista di autori ed editori, ha perfettamente senso che qualche spicciolo gli venga riconosciuto man mano che il file cambia proprietario, e dunque viene letto da altre persone. Dal punto di vista dei lettori, sia che vendano sia che comprino, è una specie di tassa, che però fa in modo che autori ed editori possano vivere del loro lavoro.
Due esigenze che vanno bilanciate, è ora che qualcuno lo faccia. I grandi si stanno muovendo, ma c'è anche chi li prende in contropiede: è il caso di ReDigi, una startup americana che senza brevetti né diritti né autorizzazioni ha fatto il suo mercatino dei file usati. Finendo diritta in tribunale, che se dovesse mai dargli ragione sconquasserebbe davvero il mercato digitale.
Insomma, i casi sono due: o si creano regole che possano bilanciare i diritti di lettori, autori ed editori, senza scontentare troppo nessuno, o si finisce nel far west.
Per approfondire: come fare un ebookInsomma, i casi sono due: o si creano regole che possano bilanciare i diritti di lettori, autori ed editori, senza scontentare troppo nessuno, o si finisce nel far west.
Mah. A mio avviso dovrebbe essere vietata la rivendita di file digitali "usati". Il principio è che un file non lo puoi "restituire". Quando ce l'hai ce l'hai. Lo so che Amazon e Apple architettano giochetti con i drm per far funzionare l'ambaradan, ma preferisco un mondo senza drm e senza rivendita dell'usato che il contrario.
RispondiEliminasono d'accordo con te :D
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