mercoledì 10 luglio 2013

Prezzi ebook: Apple colpevole di cospirazione

Il tribunale di New York si è pronunciato: Apple è colpevole di aver cospirato con i grandi editori mondiali per tenere alti i prezzi degli ebook imponendo il modello Agency, con cui i retailer online (prima di tutti Amazon) non potevano fare robusti scinti sui prezzi dei libri digitali. Gli editori si sono nel frattempo sfilati dal processo, patteggiando rimborsi milionari ai pochi clienti. Chiariamo subito, pochi spiccioli a cliente, ma moltiplicati per tutti i lettori d'America il conto è stato di centinaia di milioni. Quello che si è appena concluso, a e cui Apple ha immediatamente annunciato il ricorso, è stato uno dei più grandi processi per violazione alle leggi antitrust negli Stati Uniti.
In una udienza successiva, i giudici dovranno stabilire l'entità dei danni che Apple dovrà rimborsare ai lettori. La Mela, contrariamente agli editori, non ha patteggiato perché si dice convinta di avere agito nel giusto, che il suo modello Agency non viola la legge e anzi protegge autori ed editori dalla rapacità dei colossi dell'ecommerce mondiale.
Di tutt'altro avviso il giudice Denise Cote, che nella motivazione della sentenza ha scritto "Gli atti hanno mostrato che gli editori sotto accusa hanno cospirato tra loro per eliminare la concorrenza dei retailers e far salire i prezzi degli ebook, e che Apple ha giocato un ruolo centrale nel facilitare e mettere in atto questa cospirazione. Senza l'orchestrazione di Apple, non avrebbe avuto il successo che ha avuto nella primavera del 2010".
Grazie al modello Agency, Apple e gli editori hanno fatto in modo che i prezzi dei libri di maggior richiamo stessero ben al di sopra della soglia dei 9,90 dollari preferita da Amazon, piazzandosi tra 13 e 15 dollari. Sempre secondo i giudici, i vertici di Apple e degli editori si riunivano in segreto in un famoso ristorante di New York, in un separé particolarmente discreto per discutere i loro affari e le contromosse di Amazon.
In un secco comunicato, Apple risponde di "non aver cospirato per fissare i prezzi dei libri digitali" e di voler "continuare a combattere queste false accuse", e stigmatizza il ruolo monopolistico di Amazon rivendicando che l'iBookstore abbia offerto una valida alternativa allo strapotere di Amazon.

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