mercoledì 3 luglio 2013

Case editrici non convenzionali: la storia di DuDag

Riceviamo e pubblichiamo volentieri la storia della casa editrice, sempre che si possa definire così, DuDag. Pubblica libri ma non chiede diritti d'autore, non fa editing ma elargisce consigli. 
E ha piazzato due finalisti al premio Calvino.
A noi piacciono le case editrici che non sono case editrici, che nemmeno noi sapremmo dire cosa sono, ma hanno idee chiare e una storia da raccontare. 


Mi chiamo Lorenzo Baravalle, ho 23 anni, le mie radici affondano nella provincia di Cuneo, ma cerco di allungare i rami il più lontano possibile.
Quasi un anno fa ho lanciato www.DuDag.com e questa è la sua storia. 
Pensai che la musica e i video da anni avevano abbracciato il digitale. La rivoluzione ormai aveva ceduto il passo alla consuetudine. Invece il mondo “libro”, seppur da qualche mese era sul mercato l’ebook, non aveva ancora risposto adeguatamente a questa innovazione.

Lanciai così quello che vuole essere uno spazio per scrittori dalla buona penna, lettori seriali e non, e perché no editori coraggiosi. DuDag infatti non è una casa editrice in senso stretto: non facciamo editing, ci limitiamo a dare consigli, ma soprattutto lasciamo i diritti d’autore nelle mani dello scrittore, che è libero di accordarsi con una casa editrice tradizionale senza costi o percentuali sul contratto. L’unica cosa che chiediamo in cambio è di venir menzionati sulla futura copertina del libro. 
Sono orgoglioso di DuDag in particolar modo perché gli ebook pubblicati rispondono ai generi più diversi e disparati: racconti, romanzi, trilogie, saggi umoristici e molti altri. Non c’è una “linea editoriale” (non è una casa editrice online, ricordate?!), ma sicuramente c’è energia ed è ciò che conta per me.

Sempre più spesso molti “amici di DuDag”, persone coinvolte in modi diversi nella scrittura, ci segnalano autori che secondo loro sono promettenti, che per il loro sentire personale hanno qualcosa da dire: Massimo Tallone, edito da E/O, Consolata Lanza scrittrice che su DuDag ha anche pubblicato un libro e Laura Pezzino, la testa pensante dietro Book Fool, sono alcuni esempi in tal senso, senza dimenticare il Premio Calvino: abbiamo pubblicato due finalisti e un segnalato della più importante competizione italiana per scrittori inediti.

Una delle frasi che mi divertono di più è: “Ah io l’ebook non lo riesco proprio a leggere”. Mi diverte perché nove volte su dieci chi la dice non ci ha mai neanche provato a leggerlo un ebook, ma anche perché dopo qualche tempo è sempre la stessa persona che dice: “Ho scoperto l’ebook e adesso leggo solo più così”. È bello quando la tecnologia veicola il sapere, la cultura e secondo me l’ebook fa proprio quello. Per questa ragione ho imposto e sempre difeso che i libri di DuDag costassero 1€. Non 0.99 cent, che sappiamo tutti che è un euro, è una presa in giro. Con la cifra tonda si vuole dire anche da lì che siamo trasparenti e onesti. 

Chiudo queste righe con un invito e una curiosità. L’invito è a venire su DuDag, registrarsi e leggere gratuitamente i DuDy dei libri pubblicati. Magari trovate il libro che veste perfettamente sulle vostre emozioni. La curiosità riguarda il nome: la versione ufficiale è che il portale verrà aperto in altre quattro lingue, e DuDag è una parola che si pronuncia sempre nello stesso modo. 
La versione ufficiosa è che da bambino sapevo parlare bene, ma inspiegabilmente non sapevo dire “tartaruga”. La chiamavo “dudaghe”. 

Indovinate qual è il logo di DuDag...

  Per approfondire: come pubblicare un libro

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