Alberto Forni, webmaster del sito iltuoebook.it e autore del libro digitale "Tutto quello che devi sapere per pubblicare (e vendere) il tuo e-book - Guida al self-publishing" racconta la sua esperienza di autore indipendente.
Riguardo al self-publishing ci sono posizioni molto diverse, molti pregiudizi da sfatare, qualche entusiasmo da smorzare. Da una parte ci troviamo di fronte a un diffuso scetticismo – resiste ancora il preconcetto che se uno si autopubblica è perché in fondo non ha trovato nessuna casa editrice (e purtroppo questa idea è spesso supportata dalla scarsa qualità delle pubblicazioni self) – dall’altra c’è una specie di entusiasmo e senso di rivalsa da parte chi si è magari sentito rifiutato per anni dall’industria editoriale, e adesso può dire di avere un libro elettronico in vendita che magari appare a fianco a quelli di Stephen King.
Io sono da sempre un sostenitore dell’autoproduzione; non bisogna dimenticare che ha una storia di tutto rispetto nel mondo artistico: a partire dal dadaismo per arrivare al punk. Nei primi anni Novanta, sull’onda del desktop publishing, acquistai un computer, uno scanner e una stampante laser per farmi una fanzine musicale in casa. Impaginavo, stampavo, collazionavo, imbustavo e spedivo, oppure andavo nei negozi di dischi e lasciavo qualche copia.
Adesso, il fatto che uno il proprio prodotto lo possa non solo realizzare, ma anche distribuire e vendere mi sembra un fatto straordinario, una rivoluzione epocale.
Per fare un esempio, nel 1998 curai un Millelire per Stampa Alternativa, in cui erano raccolte alcune autobiografie di “scrittori a pagamento”. Il libretto, ovviamente, è esaurito da molti anni e non può esserci alcun interesse economico a ristamparlo. Così, non solo ho deciso di rieditarlo in e-book ma mi è venuta anche voglia di realizzarne una specie di sequel. Detto, fatto: nel giro di un mese era pronto.
Quali alternative avevo? Fare il giro delle sette chiese editoriali per proporre un progetto con un basso potenziale commerciale che, ad andar bene, sarebbe diventato un libro fra un anno, un anno e mezzo e poi sarebbe morto nell’indifferenza generale in qualche angolo di qualche libreria prima di finire al macero? Per questo io non riesco proprio a vedere il self-publishing come una specie di soluzione di ripiego, secondo me è un’opportunità incredibile, che se usata bene può produrre dei frutti straordinari. Che poi questo ancora non succeda è un altro discorso, non è certo colpa del mezzo in sé. È vero che la qualità media delle autoproduzioni è piuttosto bassa, ma fa parte del gioco e comunque sono sicuro che nel tempo migliorerà. Anche per questo ho deciso di mettere in piedi un sito, iltuoebook.it, che possa essere un punto di riferimento, sotto vari aspetti, per gli scrittori in odore di autopubblicazione.
Personalmente mi sono avvicinato al self-publishing più o meno un anno fa. E la mia è una posizione un po’ particolare perché, senza troppo esagerare, mi sento un po’ un anello di congiunzione tra l’editoria tradizionale e questa rivoluzione che sta prendendo piede: da una parte ho già fatto delle cose nell’editoria – ad esempio, una decina di anni fa ho pubblicato una raccolta di racconti per Baldini&Castoldi – quindi non sono il classico aspirante scrittore col romanzo nel cassetto, dall’altra non sono neanche un autore pienamente dotato di contatti e contratti o comunque che le case editrici muoiono dalla voglia di pubblicare. Quindi, per questa mia propensione all’autoproduzione, ho iniziato a pensare al self-publishing. Stranamente però, all’inizio, non ho pensato di pubblicare (o ripubblicare) qualche mio testo. Non so il motivo, un po’ ho pensato che non gliene fregasse niente a nessuno (il che è probabilmente vero), un po’ che il mercato italiano non fosse ancora maturo (cosa, anche questa, vera). Ho deciso invece di confrontarmi direttamente col mercato anglosassone e ho pubblicato in inglese un libro di aforismi e uno di ricette di pasta. I libri sono andati benino, ho venduto delle copie, ho avuto qualche soddisfazione – anche qualche frustrazione a essere sinceri – ma soprattutto ho avuto modo di confrontarmi con quella realtà, di farmi promozione su quel mercato, di affrontare una serie di aspetti pratici come ad esempio quello della fiscalità o numerosi altri. In più mi sono documentato leggendo diversi manuali sull’argomento, alcuni dei quali fatti molto bene. Alla fine mi sono reso conto che in Italia, una guida del genere, ancora non esisteva. Così ho deciso di farla io.
Mi sembrava un progetto interessante, in cui impegnarmi per qualche tempo. Perché forse non ci si pensa ma per quanto l’idea di diventare editori di se stessi sia entusiasmante, richiede il fatto di farsi carico, oltre alla scrittura, anche di tutta una serie di competenze che solitamente svolge l’editore, quindi l’editing del testo, la correzione delle bozze, la realizzazione della copertina, la formattazione del testo, la creazione dell’e-book, e poi il libro va messo in vendita, bisogna sapere come proporlo, far sapere che esiste, farsi promozione, insomma, ci sono tante cose che improvvisamente finiscono sulle spalle di un autore. E spesso l’autore non è in grado di affrontare tutto questo, o perché non possiede le competenze tecniche, oppure perché non sa dove rintracciare le informazioni.
Ecco, io spero che questa guida possa essere utile a tutti quelli che si avvicinano a questa realtà, che possa aiutarli a capire quali sono i passi da fare, le cose da evitare. Credo di aver fatto un buon lavoro, ma sono i lettori a dover giudicare. D’altra parte, la lezione principale del self publishing mi sembra che sia proprio questa: che alla fine è il mercato, cioè i lettori, l’unico vero giudice. Il che, almeno da un certo punto di vista, è già una specie di rivoluzione.
Alberto Forni
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