mercoledì 14 marzo 2012

La censura di PayPal

Chi l'avrebbe mai detto che un giorno la carta di credito si sarebbe rifiutata di pagare un libro che vogliamo leggere, non perché abbiamo finito i soldi sul conto corrente ma perché ritiene che stiamo comperando porcherie?
La surreale situazione è già realtà: oggi negli Usa PayPal rifiuta le transazioni di libri che contengono scene di "bestialità, stupro, pedopornografia, incesto e underage subject (in altre parole, sesso con minori ma non bambini)".  Il portavoce di paypal, Anuj Nayar, aggiunge che la policy non riguarda i libri di solo testo, ma quelli che possono contenere immagini potenzialmente illegali. Solo per la pedopornografia verranno colpiti anche i libri senza immagini.
Ora, a parte che sarebbe interessante capire se PayPal s'imbizzarrisce anche se cerco di comperarmi l'Edipo Re (Incesto), Leda e il cigno (Bestialità) Lolita ("underage subject" se non direttamente pedopornografia); l'astro nascente della letteratura indiana,  Padma Viswanathane, passerà in "pedopornografia" per il suo "La sposa bambina?" Se mai dovessi essere così masochista da voler leggere Ovidio e il suo squallido "Grata est vis ista puellis", PayPal mi salverà da me stesso non consentendomi di buttar via soldi nell'apologia dello stupro di duemila anni fa?

Censori ne avevamo visti tanti, dalla Chiesa allo Stato, dai direttori dei collegi a quelli delle carceri, dalla mamma al Partito. 

Mai però avevamo visto prima una banca che rifiuta l'assioma fondamentale della sua ragione d'essere, "pecunia non olet", e si appropria di spazi, compiti, ruoli e responsabilità che non sono suoi. Fin dove arriverà l'obiezione di coscienza della carta di credito che rifiuta di pagare un libro perfettamente legale? Se un giorno volessi comperarmi un libro che parla malissimo di PayPal, devo chiedere il permesso alla carta di credito? E  chi sarà più porcellona, la Visa o l'American Express?

2 commenti:

  1. La questione più interessante è che l'etica del consumo finora ha sempre riguardato tre attori: il consumatore, il produttore e la distribuzione.
    Questa strana voglia delle banche di dire la loro in un settore dove erano sempre stati tenuti fuori apre problemi nuovi e orizzonti inquietanti. E' anche interessantissimo il fatyto che abbiano cominciato proprio dagli ebok, un mercato nascente in cui è molto facile fare esperimenti sociali.

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  2. D'altra parte, in fondo stiamo vivendo in un'epoca assurda, il politicamente corretto condito in tutte le salse non è altro che una sorta di retaggio culturale di tipo prettamente puritano ed anglosassone, c'è chi persino in un guizzo di genio revisionista ed insulso, vorrebbe proibire la Divina Commedia nelle scuole italiane, indicandola come antisemita e anti islamica.
    Allora occorrerebbe proibire anche Shakespeare, quanto antisemita, la Bibbia per i contenuti espliciti di sesso, violenza stragi e massacri, Collodi e il suo Pinocchio per incitamento al lavoro minorile e pratiche poco chiare per quanto riguarda l'educazione dei figli...

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