Steven Pearlstein, editorialista del The Washington Post, riassume con la battuta "scegli il tuo monopolio" le voci secondo cui il Dipartimento di Giustizia Usa stia per processare Apple e alcuni dei più grandi editori mondiali accusati di aver fatto cartello per tenete artificialmente alti i prezzi degli ebook. La tesi è che i due colossi tirano acqua al loro mulino, ognuno cercando di imporre il modello che gli fa fare più soldi possibile: Amazon spinge al modello wholesale, cioè "all'ingrosso", basato su sconti tali da mettere fuori gioco qualsiasi libreria indipendente, e funziona particolarmente bene per i libri stampati; Appe invece spinge sul modello agency, in cui chiede un sostanzioso sconto fisso per sé, superiore a quello accordato a qualunque altro venditore, una strategia che garantisce enormi vantaggi per i libri elettronici.
Pearlstein, da buon liberista, chiosa che "(per il modello Amazon) è bello poter comperare libri a 9,99 dollari, ma non se ciò significa accettare un monopolio di Amazon che metta fuori gioco la libreria sotto casa, e d'altra parte (col modello di) Apple, il monopolio può scoraggiare i rivenditori ad adottare diversi modelli di business o politiche di prezzo".
Il Masali, che liberista non è, ma pessimista sì, la vede più nera ancora. Chiunque vinca, tra Apple e Amazon, creerà un monopolio mondiale. E nel monopolio, vince solo il monopolista: perderà l'autore, che si vedrà di nuovo ridurre i suoi margini di diritto d'autore sotto il 10%. E soprattutto perderemo noi lettori, che saremo costretti a comprare ebook a 20 euro. O a piratarli, ovvio
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