I libri di carta hanno l’iva al 4%. Gli ebook al 20%.
Un delirio fiscale che si deve al fatto che in tutta Europa, e non solo in Italia, i libri digitali non sono considerati (appunto) libri ma programmi per computer. Una evidente sciocchezza, che crea situazioni paradossali: una per tutte, Amazon se ne frega, ha la base in Lussemburgo e vende in tutta la Ue con l’Iva al 3%, pigliandosi un vantaggio enorme sugli altri librai online.
Dopo il Lussemburgo, il primo grande Paese a dire basta a questa assurdità fiscale è stata la Francia, che dallo scorso gennaio ha tagliato l’Iva sugli ebook dal 19,6% al 5,5%.
Il dibattito ora si sposta a Londra, dove la potentissima PA (Pubblisher Association) preme sul Cancelliere dello Scacchiere (cioè il ministro delle finanze) George Osborne per eliminare del tutto o almeno abbassare la Vat, cioè l’Iva inglese, come già succede per i libri. O per lo meno, di portarla a livello di Francia e Lussemburgo.
“La Publisher Association contesta che ci sono motivi estremamente forti per ridurre l’aliquota vat sugli ebook e portarla a zero come già succede per i libri stampati” dice il chairman dell’associazione Richard Mollet. “Altri Paesi hanno già ridotto le loro aliquote sugli ebook, e siamo convinti che il Regno Unito debba seguirne l’esempio”.
E Monti che fa? E il nostro ministro della cultura, Lorenzo Ornaghi, che aspetta? È così difficile seguire l’esempio di Sarkozy, che se ne è fregato delle procedure di infrazione e dei regolamenti comunitari e ha fatto quello che il buonsenso impone di fare, tassare gli ebook allo stesso livello dei nonni di carta?
E' scandaloso :( Tra l'altro penso che l'IVA ora sia (in realtà da qualche mese) al 21%, non il 20%!
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