venerdì 23 novembre 2012

I classici al tempo dell'eBook



I classici stanno al mondo da così tanto tempo da essersi guadagnati  l’incondizionata fiducia del lettore e dell’editore. Sono i libri più letti, amati, i veri long seller dell’editoria. Come affronteranno la rivoluzione del libro digitale?
Li abbiamo cercati nella rete italiana, per capire attraverso i casi più significativi, che tipi di ebook sono e che opportunità possono diventare per lettori, store ed editori.  





Ricordo la prima volta che ho sentito l’espressione “la biblioteca a metro”: erano i tempi – inizio 2000 - del boom di vendite delle collane in edicola: lo sapevano bene i marchi degli editori con vendita diretta in edicola (Fabbri, De Agostini) e i maggiori quotidiani nazionali che sfornavano, a un prezzo popolare e inun’edizione esteticamente di pregio, intere biblioteche di classici antichi emoderni con cui gli italiani riempivano gli scaffali domestici.
Da qui l’espressione “a metro”: cioè tutte le settimane il gentile cliente si recava in edicola ad acquistare la sua copia, per esempio dei grandi classici dell’Ottocento, la collana che un editore aveva selezionato per lui secondo autorevoli criteri. Il gentile cliente sapeva quando iniziava ma non era per niente conscio di quando sarebbe finita: non durava mai meno delle venti settimane, ma poteva protrarsi fino e oltre a cento.
Alla fine, possedeva una summa dei migliori romanzi, disposti in una fila curata, di una certa qualità estetica, disponibili per la lettura famigliare.

Biblioteche collezionabili
tempi d’oro sono finiti, gli scaffali sono pieni (le tasche vuote). Cosa ne è del classico nell’era degli ebook reader, avendo perso la sua fisicità, smettendo di essere anche un oggetto d’ornamento? 
Il concetto di biblioteca collezionabile resiste; almeno, alcuni quotidiani ci provano attraverso le App. Un anno fa “Repubblica” e “L’Espresso” pubblicavano I grandi romanzi - La biblioteca dell'Espresso: 15 capolavori della letteratura mondiale per iPad, a uscita settimanale (adesso tutti disponibili), che si conservano nell’archivio “la mia libreria”. I libri sono pdf graficamente piacevoli, senza segnalibri o possibilità di evidenziare, aggiungere note ecc., si può solo fare lo zoom sul testo, quindi non sono dei veri e propri libri elettronici; tuttavia l’iniziativa, è stata molto apprezzata per la sua gratuità, grazie al fatto che l’iniziativa ha uno sponsor.

Il “Corriere della Sera” si è lanciato nel progetto ambizioso di una applicazione per iPad Biblioteca del Corriere della Seraattualmente sono circa cento titoli, tra i quali ritroviamo anche collane di classici, come Shakespeare e I classici del pensiero libero Greci e latini, pubblicate anche su carta in allegato con il quotidiano. Gli ebook dei classici si acquistano ogni settimana, proprio come in edicola (il vantaggio del digitale è che accedi all’arretrato in qualunque momento).

Si tratta di pdf che, una volta scaricati, si leggono con un semplice reader integrato: rimangono in una libreria personalizzabile per collana, possono essere letti da un iPad a un altro (previa registrazione); sono visualizzabili a pagina singola o doppia, ingrandibili con lo zoom.  Ci sono anche audiolibri; abbiamo provato un testo di Lovecraft su iPad di prima generazione: l’audio racconta la storia in
inglese con voce monocorde, e in questa modalità il gira pagine si disattiva; se si spegne la narrazione, per girare pagina bisogna affidarsi all’indice, il che rende il libro difficile da sfogliare.
Prendiamo come esempi i famosi Amazon e Google Play. Le edizioni
realizzate per Amazon da Simplicissimus Book Farm per la distribuzione gratuita attraverso Kindle sono eBook di pubblico dominio il cui testo si trova liberamente sul web. Il motivo è semplice: dopo 70 anni dalla morte di un autore, il libro è fuori diritti; Dante insomma è gratis sia per chi legge sia per chi pubblica, un autore contemporaneo invece costa, anche se non vale neanche un decimo di Dante Alighieri. Al limite, per un editore ci sono i costi di lavorazione del testo, oppure quelli di una nuova curatela, introduzioni e apparati che rendono più attuale (e ricco) il libro. Ecco dunque che i classici gratuiti hanno traduzioni datate e apparati vecchi, mentre edizioni a pagamento più recenti possono avere traduzioni più attuali e apparati critici moderni; cose che contano, e tanto, per i libri dell’infanzia (è molto diverso leggere una traduzione ottocentesca delle fiabe dei fratelli Grimm rispetto a un’edizione moderna) e per gli studenti, che devono potere approfondire lo studio del classico con apparati critici moderni.
Cercando un classico, si scopre che la stessa edizione può essere presente su più piattaforme. Prendiamo come esempio “Alice nel paese delle meraviglie”: il testo del 1872 è scaricabile gratuitamente da Google Play e da Amazon; nel primo caso abbiamo le pagine  fotografate del libro originale, nel secondo caso un adattamento per Kindle (quindi molto più facile da leggere).  Gli utenti sulla traduzione in un vecchio italiano esprimono pareri diversi: per alcuni risulta affascinante, per altri difficile da leggere. Certo, se scarichi “Le avventure di Pinocchio”, testo italiano e ottocentesco, i giudizi cambiano totalmente e non si hanno cattive sorprese.

Nel 1994, è stato il pioniere della libera diffusione in Rete in lingua italiana; il Progetto Manuzio collegato al sito Liber liber.
Si presenta bene da sé: “Il progetto
Manuzio
ha l'ambizione di concretizzare un nobile ideale: la cultura a disposizione di tutti. Come? Capolavori della letteratura, manuali, tesi di laurea, riviste e altri documenti in formato elettronico disponibili sempre, in tutto il mondo, a costo zero e con accorgimenti tecnici tali da garantirne la fruibilità anche a non vedenti e altri portatori di handicap”.
I tanti libri sono indicizzati per argomento e per autore. I classici più scaricati si trovano anche in formato ePub:  gratuiti oppure a pagamento (su iTunes o Cubolibri). Se li acquisti a 0,99 centesimi sostieni però il progetto.
Quindi, il concetto di gratis aiuta la diffusione della lettura, stimola gli utenti anche a trovare il servizio per poi comprare, ma acquistare un classico consente anche di reinvestire su di esso per dargli una nuova vita e avvicinarlo ai lettori moderni.

Gli investimenti degli editori
I classici soprattutto (ma anche raccolte storiche come Urania, la signora della fantascienza, un progetto di digitalizzazione partito bene ma che ora pare un po’ arenato) si prestano bene a stare in collane con una loro identità, vere e proprie biblioteche di genere, rintracciabili con parole di ricerca che non siano quindi solo il titolo e l’autore. Lo ha compreso Newton che promuove dall’estate scorsa la collana “ebook Classici”, titoli che fanno l’effetto di una  ciliegia tira l’altra: 0,49 centesimi per un classico a scelta dal catalogo; 4,99 euro per una raccolta di romanzi e racconti di un autore.  L’esperimento è molto in linea con la politica dell’editore: ebook a bassissimo costo per un vasto pubblico. Sono edizioni integrali, con introduzioni e apparati, che non deludono le aspettative.

Il classico diventa social Gli ebook, venduti online, offrono la possibilità di sperimentare percorsi nuovi per stimolare l’interesse degli acquirenti: una comunicazione efficace, link a contenuti che possono interessare, facilmente rintracciabili nel sito,  con qualche proposta e curiosità più social, non sarebbero male. Come navigante ho apprezzato i negozi online, dove non sono stata trattata come il cliente che entra in una libreria sapendo già cosa comprare e in quale scaffale andare. In tal senso ci sono store che stanno compiendo lo sforzo di creare parametri di ricerca per i lettori ma, salvo essere smentita (ben venga), sono basati sul genere/argomento non sull’idea di aiutare il lettore a costruirsi una biblioteca di classici.  Perciò le collane di classici di alcuni marchi storici che si sono già attivati bisogna proprio impegnarsi a cercarli negli store se l’editore non ha investito in una comunicazione che dia loro una sufficiente visibilità.  E la battaglia sembra essere condotta a colpi di prezzo come in questi casi: la collana Grandi classici BUR (con Adobe DRM, a 0,99), Garzanti classici (con Adobe DRM, a 1,99).

Anche nell’epoca dei bit l’editoria non può fare a meno dei classici. E tutto sta a indicare che i tesori che stanno alla base delle nostre radici culturali, i testi che dalle tavolette di cera sono state copiate sui papiri, dai papiri ai codici miniati degli amanuensi, dai codici alla stampa a caratteri mobili, dalla carta a Internet fino al cloud, continueranno per altri secoli il loro cammino, facendoci sentire sempre vive le voci degli autori che hanno superato indenni i millenni. 

Angela Andò

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