lunedì 26 novembre 2012

Federconsumatori: il Kindle è una gabbia dorata... Tutto giusto, ma il problema è il DRM, non il Kindle!

L'associazione dei consumatori se la prende col Kindle, al quale rinfaccia la non portabilità degli ebook su lettori diversi, l'impossibilità di donare o ereditare i libri elettronici (e anche di venderseli, aggiungiamo noi), citando pure la famosa storia di Bruce Willis; spiace un po' che Federconsumatori caschi su una simile buccia di banana, la storia di Willis che voleva far causa ad Apple perché non avrebbe potuto lasciare in eredità la sua collezione di musica è una nota bufala, ma tant'è, le leggende urbane sono dure a morire.



L'attacco ci sembra chefaccia un po' di confusione tra il Kindle inteso come device, il Kindle inteso come software di lettura e il DRM, che non è mai citato ma è lui il vero accusato; e il DRM  non lo mette Amazon, lo mettono gli editori. 
Non per difendere Amazon, che non merita granché di essere difesa, ma non è il Kindle, è il DRM a far sì che - come peraltro giustamente nota Federconsumatori - l'"acquisto" di un ebook assomiglia più a un lunghissimo noleggio che non a un acquisto. Il DRM, non Amazon, lede seriamente i diritti dei consumatori; e il DRM non è un problema solo di Amazon, ma di  tutti i reseller online di libri, grandi e piccoli, colpevoli o innocenti, visto che il DRM - lo ripetiamo per chiarezza - non ce lo mettono i librai ma gli editori: a me il DRM non piace, e i miei libri sono tutti senza DRM, anche se acquistati da Amazon, sia le mie autoproduzioni sia quelli affidati alle cure dell'editore Delos; quindi possono essere rivenduti, regalati, ereditati; ok, possono essere anche rubati, ma preferisco non vendere qualche copia piuttosto che ledere i diritti del lettore.

Chiusa questa doverosa parentesi, a parte le ingenuità e la confusione tecnica, Federconsumatori ha pienamente ragione quando va al nocciolo della questione: "Fino a ieri, infatti, acquistando un libro di carta (o un CD) se ne diventava proprietari a tutti gli effetti: si poteva decidere di regalarlo ad un amico o darlo in eredità. Se questi stessi contenuti divengono digitali, però, i diritti connessi possono scomparire del tutto od essere molto limitati".
Ne siamo pienamente consapevoli e siamo pienamente d'accordo. 

4 commenti:

  1. Ci sono due errori di fondo, a mio parere.
    Il primo, è che il DRM non è il colpevole ma al massimo l'arma del delitto. Esattamente come Equitalia è il braccio armato dello stato esattore, il DRM è il braccio armato del diritto d'autore, da esso ne trae giustificazione e diritto di esistenza giuridica, senza di esso sarebbe arbitrio e violenza privata. Se c'è una battaglia da combattere non è contro i DRM, ma per una sana revisione del diritto d'autore, e spunti ce ne sono tanti; per esempio, una buona norma sarebbe quella della decadenza in mancanza dell'esercizio di tale diritto, per cui se un autore non esercita il proprio diritto attraverso gli editori, ne perde i diritti di sfruttamento economico (non i diritti morali e la paternità dell'opera) che diventano di pubblico dominio. Ad esempio, si recupererebbero tutte quelle opere, non solo narrative, che sono introvabili perché non più commercializzate, ma restano "tutelate" e quindi di fatto dimenticate - dimostrazione di quanto una legge possa danneggiare ciò che dovrebbe tutelare!
    L'altro errore è considerare la situazione ante-DRM. La legge sui diritti d'autore prevedeva una licenza d'uso non trasferibile e non commercializzabile, per cui cedere o prestare un CD era una violazione; testo che si può leggere in tutti i CD "fisici", almeno fino a tempo fa. Il fatto è che prima del DRM era impossibile far valere tale diritto, e dunque si era soliti sorvolare ampiamente.
    Un motivo in più per rivedere la legge.

    Cheers :-)

    PS: prima di venir tacciato di voler uccidere gli autori: io sono un autore di software e co-autore di un saggio. Non voglio distruggere gli autori come me, anzi, ma vorrei che le opere diventassero di pubblico dominio quando il diritto d'autore diventa dannoso per l'opera stessa.

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  2. Tu scrivi: "se un autore non esercita il proprio diritto attraverso gli editori, ne perde i diritti di sfruttamento economico (non i diritti morali e la paternità dell'opera) che diventano di pubblico dominio".
    Quindi se il povero autore non riesce a trovarsi un editore in tempo perde per sempre il diritto di vivere del suo lavoro? :)
    In effetti una cosa del genere c'è: se l'editore non ristampa, l'autore torna in possesso del suo lavoro, e lo ripubblica con altri; a me è successo per il ciclo di Matteo Campini, i cui diritti italiani sono passati da Mondadori a Sironi e poi a Delos. Sarebbe stato un guaio, per me che sono un artigiano della scrittura e non una ricca star internazionale, se dopo Mondadori tutto fosse finito di colpo nel pubblico dominio, lasciandomi senza un soldo

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  3. La mia era una idea, giusto per amore di discussione, ben lungi dall'essere una proposta seria; volevo sollevare un problema: è un peccato che certe opere siano perse, per disinteresse dell'editore e magari dell'autore stesso. Anzi, a dire il vero stavo pensando più a situazioni in cui un autore non viene pubblicato per esigenze di mercato. E alla situazione di molte opere che non sono passate in ebook proprio per questi motivi, riallacciandomi (credo) ad un articolo letto proprio qui. E' anche il caso, per esempio, di alcuni Video Game, autentiche opere d'arte, ma diventate completamente obsolete e dimenticate, ed impossibili da riportare in vita (non sono più acquistabili e le software house non intendono rilasciare i diritti).
    Il focus del mio discorso era sul fatto che i DRM, additati come "grande male", sono lo strumento di una legge decisamente perfettibile.

    Comunque colgo l'occasione per comunicarti che ho adorato i "Biplani di d'Annunzio", e ti ringrazio per averlo scritto. :-)

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  4. Io sono pienamente d'accordo con te, specialmente quando dici che è necessario ripensare il diritto d'autore, per renderlo adatto al mondo digitale. Il gioco si regge su quattro gambe: lettori, scrittori, editori, distributori. Oggi il DRM penalizza pesantemente i diritti dei lettori, e se una gamba traballa, tutto il castello di carte va per aria :D

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