martedì 2 aprile 2013

Ebook usati, si riaccende la polemica

Perfino un quotidiano generalista come La Repubblica dedica spazio all'ultima feroce polemica d'oltreoceano: il mercatino degli ebook usati. Ricapitoliamo velocemente i fatti. A dimostrazione che a pirateria è un fenomeno entro certi limiti positivo, un gruppo di mezzi corsari americani, ReDigit, ha creato un marketspace per rivendere file usati.
Musica, filmati, software a anche ebook. Una mossa completamente illegale, visto che i DRM(il software che impedisce le violazioni del diritti d'autore) impedisce esplicitamente il passaggio degli ebook. Insomma, oggi i libri digitali non possono essere rivenduti: quando acquistiamo un libro elettronico, in realtà otteniamo semplicemente una licenza d'uso eterna (per quanto possa essere eterna una faccenda digitale). Ma non possiamo prestarlo, regalarlo o venderlo. Possiamo leggerlo solo noi, o chi ha accesso al nostro eReader, tablet, computer, smartphone o quello che è.
Forzati da ReDigit, che è in causa con la giustizia americana, Amazon e Apple hanno reagito con due brevetti-fotocopia che gli aprono la possibilità di gestire loro un eventuale, futuro mercato degli ebook. In sostanza, un DRM che permetta la rivendita delle licenze; naturalmente sia Amazon sia Apple si pigliano la stecca su ogni passaggio successivo al primo. In entrambi i brevetti, chi rivende il libro digitale non ha più la possibilità di leggerlo se non ne ricompera una copia, nuova o usata. Interessante del brevetto Apple è il fatto che una percentuale vada anche all'autore o all'editore. 
Quello che non è chiaro è se i due colossi Usa vogliano davvero fare il mercatino, o semplicemente tenersi il brevetto da usare come clava da dare sulla testa di ReDigit o chiunque altro proverà a organizzare la rivendita di ebook usati: così oltre alla violazione dei diritti d'autore di editori e autori, possono contestargli anche la violazione del loro brevetto, indipendentemente dal fatto che lo stiano usando o tenendo nel cassetto. Infatti al momento i librai digitali sono tagliati fuori dalle cause. Non avendo diritti da far valere in tribunale, contro ReDigit e soci possono agire in giudizio solo autori ed editori. Ma se Apple e Amazon hanno un brevetto sul mercatino digitale, ecco che magicamente possono entrare in gioco anche loro. E con avvocati ben più pasciuti di quello che può permettersi un autore indipendente, va da sé. 

Paura del cambiamento
La sola idea che possa esistere un mercatino di ebook usati ha mandato in fibrillazione autori ed editori americani (vedi il post il mercatino degli ebook usati spaventa gli editori). La Repubblica accoglie acriticamente i lamenti degli autori più spaventati, come Scott Thurow, che si lamenta "Questa innovazione rischia di mandare tutto in frantumi: perché uno dovrebbe comprare qualcosa a prezzo pieno quando lo può avere per un centesimo?".

La questione è delicata, perché a differenza del libo di carta, un ebook nuovo o usato è sempre intonso e perfetto, anche dopo diecimila letture. Qui entra in gioco il DRM, che impedisce il passaggio delle licenze (e dunque della possibilità di leggere il libro) da un utente all'altro. A noi di Pennyebook il DRM non è mai piaciuto, perché lede diritti reali del lettore onesto, primo tra tutti proprio la possibilità di rivendere i libri; al mondo non ci sono solo romanzi, pensiamo solo ai libri di scuola digitali e alla tradizione sacrosanta della rivendita dei libri di testo alla fine dell'anno scolastico.

DRM: tanti svantaggi, qualche vantaggio
L'ebook sta evolvendosi rapidamente in un ecosistema che ha il suo fondamento proprio nel DRM, che alla fine da più vantaggi che svantaggi. Se è verissimo che il DRM più che per combattere i pirati serve alle multinazionali digitali per tenere saldamente il mercato dei contenuti, ci sono vantaggi anche per l'utente. E' grazie al DRM, e quindi alla registrazione dei libri sul nostro account, che possiamo riscaricarli se li perdiamo, o possiamo leggerli via cloud anche se non abbiamo l'eReader con noi, o passarli facilmente da un device all'altro senza bisogno di spostare file. Se il DRM diventa più amico, e permette di scambiarci i libri, elettronici, prestarli, rivenderli, magari noleggiarli, diventa se non altro più sopportabile.

La rivendita di quel che si è comperato è un diritto sacrosanto di chiunque, quindi a noi non spaventa il mercatino di Amazon e Apple; anzi, a medio termine potrebbe anche rendere un buon servizio al mondo del libro digitale, facendo cadere un'altra barriera che tiene la gente lontana dagli ebook.

E ci piace anche l'idea di Apple di riconoscere una piccola percentuale della rivendita a chi il libro l'ha creato.   Perché alla fine in questo mercato dominato da giganteschi pescecani digitali, l'autore e il piccolo editore sono l'anello più debole, quello che fa il lavoro più grosso e raccoglie solo le briciole. Chi ha scritto un  libro che vale, che continua a girare e farsi apprezzare, è giusto che veda ricompensati i suoi sforzi e non sia come al solito visto come la gallina, che una volta che ha fatto l'uovo è ora di tirargli il collo. 

Per approfondire: il diritto d'autore nel mondo connesso

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