Seguivo su Facebook un dialogo tra scrittori. Uno aveva amaramente scoperto la realtà delle grandi librerie di catena italiane, il meccanismo delle "eccedenze giornaliere": se il tuo libro non vende robustamente il primo giorno di vetrina, finisce in cantina e da lì direttamente al macero. O funzioni entro le prime otto ore o sei morto, insomma.
"E fare un bell'ebook no?" ho chiesto. Ho ebook che dopo sedici anni sono ancora ben messi nelle classifiche dei bestseller di Amazon, altro che otto ore e poi cala il sipario. L'ebook venderà poco, ma è sempre disponibile e sta a noi far sì che sia sempre in vetrina.
"Il mio editore non fa ebook" mi hanno risposto. Però magari l'autore ha ceduto tutti i diritti, dal primo all'ultimo, in cambio di nulla.
Invece i diritti vanno sempre ceduti con attenzione, e solo se c'è un progetto concreto dietro: a che serve cedere i diritti digitali a un editore che non fa ebook? Tanto vale che l'edizione digitale ce la facciamo in proprio, è facile e gratuito.
Anche i diritti più esotici, quelli a cui un autore al primo contratto non pensa mai, bisognerebbe trattarli con attenzione. I diritti di traduzione, per esempio. O l'editore ha dei rapporti con le case straniere e fa seriamente dei tentativi per vendere il nostro libro all'estero, oppure è inutile cederli per poco o addirittura per nulla, meglio provare noi a vendere il libro all'estero.
Nel mio primo romanzo, "I biplani di D'Annunzio", avevo ceduto i diritti per l'estero a Mondadori, così l'inaspettata traduzione in francese mi ha fruttato appena 300 mila lire. Poi mi son fatto furbo, e mi sono tenuto i diritti del successivo "La perla alla fine del mondo", così ho potuto trattare attraverso il mio agente, e molto meglio, le traduzioni in francese e spagnolo.
Occhio anche ai diritti cinematografici: ho appena incassato l'opzione per trarre un film dal mio ultimo romanzo, "La vergine delle ossa". Magari il film non si farà mai, o magari sì, chissà. Ma la sola opzione vale quanto un mese di uno stipendio dignitoso: con tutto il rispetto, perché avrei dovuto dividerlo con l'editore dell'edizione cartacea, o con l'editore della versione ebook, che hanno fatto un lavoro eccellente nei rispettivi ruoli, ma nel tentativo di portare la scombinata avventura di Salgari e Lombroso al cinema non hanno alcun ruolo?
Insomma, prima di firmare leggi bene cosa firmi, e prima di cedere i diritti secondari, che secondari non sono per nulla, verifica che l'editore abbia per davvero un progetto per usarli. Altrimenti, tienteli stretti.
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