giovedì 5 settembre 2013

Niente ebook nelle scuole per quest'anno. Vince la lobby degli editori

Alla fine, gli editori ce l'hanno fatta, sono riusciti a affondare uno dei pochi progetti innovativi della scuola italiana: l'arrivo dei libri di testo digitali che avrebbero permesso ai nostri figli di confrontarsi già subito con gli strumenti che dovranno usare nella vita, una volta finiti gli studi.
E' solo l'ultima delle tante coltellate che ha preso l'ambizioso progetto dell'Agenda Digitale, fortemente voluta dal governo Monti e svuotata piano piano di contenuti da quello Letta: come i 20 milioni di euro che dovevano dare banda larga a tutti gli italiani, sparito dal decreto del Fare, o gli incredibili ritardi della costituzione dell' Agenzia dell'Italia digitale, che doveva nascere lo scorso anno ma oggi non ha nemmeno uno statuto.



A rimetterci, ancora una volta, saranno le tasche dei genitori, alle prese con il solito caro libri, le schiene degli studenti, costretti a zaini inutilmente pesanti, la qualità della didattica, che dovrà fare a meno delle enormi potenzialità dei libri digitali: multimedialità, interattività, contenuti ricchi, correzione immediata degli esercizi: immaginiamoci come è più facile, divertente e efficace imparare l'inglese da un libro che dà la corretta pronuncia delle parole, invece che affidarsi a quella di un insegnante che non è nemmeno madrelingua, o come si possa capire meglio la matematica osservando sullo schermo lo sviluppo di una funzione nel tempo invece che affidarsi all'inchiostro.
Ma di tutto ciò se ne riparlerà (forse) per l'anno scolastico 2015/2016, il decreto ammazza-ebook è contenuto in un documento che il ministro dell'istruzione Maria Chiara Carrozza (PD) presenterà al Consiglio dei Ministri il 9 settembre prossimo.
Per salvare i conti agli editori, per non credere nell'innovazione e nel futuro,il governo tradisce l'Agenda Digitale; niente banda larga, niente ebook, uno scherzo che ci costerà 20 miliardi di euro di risparmi e 5 miliardi di entrate per lo Stato (più del gettito Imu prima casa), stima la School of Management-Politecnico di Milano.
In Europa solo la Romania fa peggio dell'Italia nel percorso per raggiungere gli obiettivi dell'Agenda digitale 2020 fissati dalla Commissione europea.
Complimenti, complimenti davvero.

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